Il 5 novembre escono due dischi pazzeschi: Abba e Diana Ross. Ed è subito disco fever
C'è chi li liquiderà come una delle tante operazioni-nostalgia (e un po' è vero). Chi dirà che, superati abbondantemente i 70, forse sarebbe meglio starsene fuori dalla mischia delle chart. Ma i due nuovi album (inediti! mica best of) degli Abba e di Diana Ross sono una delle cose migliori che potesse capitarci in questo autunno che viaggia sull'orlo di una crisi di nervi.
Facendo una rapida ricerca nella storia delle classifiche, credo di poter affermare che l'ultimo scontro in vetta tra gli Abba e Diana Ross risalga al 1980: la pop band svedese era uscita con il singolo Super Trouper, la diva della Motown con la mitica Upside Down. Erano gli anni della disco music, ma non solo: erano gli inizi dei favolosi, leggerissimi, ricchissimi e un po' cazzeggioni anni Ottanta.
Oggi è tutta un'altra storia: arriviamo da quasi due anni di pandemia, di digiuno dal dancefloor (specialmente noi italiani, in altri posti del mondo si balla, con le dovute precauzioni e vari pass) e in generale si potrebbe dire che l'umore dell'Occidente non sia proprio al top. Anche per questo motivo, il ritorno di questa schiera di ultra-settantenni mi piace molto: sia perché entrambi i dischi sono super tosti, mica robetta per accalappiare nostalgici o per finire sotto l'albero di Natale. Sia perché, pur diversissimi nello stile, sembrano volerci dire tutti la stessa cosa: non bisogna mai smettere di far tremare il dancefloor.
Il mio articolo sul ritorno di Diana Ross è su
Tustyle in edicola questa settimana.